Era il lontano 1998 ed il fermento culturale dell'epoca ci permetteva di coinvolgere musicisti, attori, intellettuali, nelle nostre "strane" performance artistiche che coinvolgevano gli utenti di alcuni Centri Diurni di Napoli; attraverso le parole di Roberto De Simone, che risuonano straordinariamente attuali, ricordiamo l'essenza di questa nostra iniziativa.
"...la connessione tra Carnevale ed irrazionalità controllata ed accettata, è di antica data.
Per chi non lo sa, mi permetto di ricordare che nella Napoli seicentesca, fra le varie quadriglie che sfilavano per le vie della Città, era spesso presente anche quella dei pazzi (veri e finti, in
quanto alcuni si mascheravano confondendosi coi ricoverati dell'antico manicomio degli Incurabili, adottandone la divisa di tela con maniche lunghissime).
E devo aggiungere che tale Quadriglia era guidata da un cosiddetto Mastrogiorgio, guardiano dei pazzi, che conduceva il gruppo fin sotto il balcone del palazzo reale, dal quale si affacciava il Viceré. Era evidente, allora, che col Carnevale si rappresentava la realtà totale della società, con le sue impietose contraddizioni e con le sue angosce sulla diversità.
Oggi, in cui il diverso, più che mai, è oggetto di discriminazione violenta, malgrado le ipocrite apparenze di una società che si dichiara multirazziale e tollerante, ben venga questo Carnevale! Sono tempi, i nostri, in cui sovente le antiche manifestazioni sono recuperate all'insegna dell'effimero, della superficialità, del consumo propagandistico.
Ben venga, ed entri, dunque, un insolito Carnevale con i matti, un Carnevale socialmente motivato, che ci induca anche a riflettere su una possibile Quaresima storico - politica, che si annuncia quanto mai lunga, pericolosa ed autoritaria. Allora, probabilmente dimenticheremo perfino il senso dell'antico motto carnevalesco "Semel in anno licet insanire"."
Roberto De Simone
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